Il DISPOC ospita questo mercoledì una conferenza di ricercatori brasiliani su pensieri neri e reti anticoloniali
Il Dipartimento di Scienze Sociali, Politiche e Cognitive dell'Università degli Studi di Siena ospiterà questo mercoledì, 4, alle 16 nell'aula 349 C di Palazzo San Niccolò, in via Roma 56, un convegno su pensieri neri e reti anticoloniali con due interventi che saranno tenuti, rispettivamente, dalla ricercatrice brasiliana residente a Lisbona Elizabeth Olegário, dottoranda presso l'Universidade NOVA, e dal professore e ricercatore Antonino Condorelli, professore presso l'Universidade Federal do Rio Grande do Norte in Brasile. Il tema dell'intervento di Elizabeth Olegário sarà “Reti anticoloniali: New Black Movement, Afrocubanismo e Négritude”, mentre quello di Antonino Condorelli sarà “Il pensiero critico nero brasiliano”. L'incontro nasce su invito del Professor Giovanni Gozzini.
Nonostante la visibilità che alcune pensatrici brasiliane nere contemporanee, come Djamila Ribeiro di San Paolo e Carla Akotirene di Bahia, stanno guadagnando negli ultimi anni in Italia e in Europa grazie alla traduzione e pubblicazione in diversi paesi di alcune delle loro opere, secondo il professor Antonino Condorelli “la lunga e ricchissima tradizione intellettuale, artistica e attivista nera brasiliana, che purtroppo è quasi invisibile negli ambienti intellettuali e accademici del Paese, è ancora meno conosciuta fuori dal Brasile”. Pertanto, prosegue lo studioso di pensieri decoloniale e comunicazione, “eventi come questi sono occasioni importanti per far conoscere idee che dai margini del sistema mettono in luce alcuni dei suoi meccanismi di oppressione, come il razzismo, che hanno la loro origine nel colonialismo e non operano solo in Brasile, ma in tutto il sistema-mondo moderno”. L’intervento di Condorelli affronterà alcuni dei principali concetti e discussioni dei pensatori e attivisti neri brasiliani Abdias Do Nascimento (1914-2011), Beatriz Nascimento (1942-1995), Lélia González (1935-1994), Clóvis Moura (1925-2003) e Sueli Carneiro (1950-). Il ruolo degli intellettuali bianchi come lui, dice il professore, non è quello di parlare “in nome di” o “per” le persone razzializzate, ma di mostrare agli altri bianchi che i gruppi oppressi non solo hanno voce, ma la usano da molto tempo, e suscitare interesse nell'ascoltarli.
La ricercatrice Elizabeth Olegário ricorda che, dall’inizio del XX secolo, intellettuali e scrittori neri provenienti da varie parti della diaspora atlantica si sono organizzati e hanno creato una grande comunità internazionale. Secondo la studiosa giornali, riviste, traduzioni e antologie letterarie erano strumenti di avvicinamento, creavano una grande rete e stimolavano lotte collettive. Guardare indietro a quegli anni, secondo Elizabeth, significa comprendere un passato di lotte e ripsecchiarsi in esso. “L’arte e la letteratura svolsero un ruolo fondamentale in quegli anni”, dice, e prosegue ricordando le parole del filosofo e scrittore angolano Luis Kandjimbo: “le manifestazioni sembrano essere l’arma più potente della lotta, tuttavia la letteratura contribuisce ugualmente all’esercizio delle libertà”. Ecco perché al centro del suo intervento ci sarà il ruolo della letteratura come strumento di sensibilizzazione alle lotte collettive.
Elizabeth Olegário, di origine indigena e nata nel quartiere popolare di Mãe Luíza nella città di Natal, nel Nordest del Brasile, è laureata in Lingua e Letteratura portoghese presso l'Universidade Federal do Rio Grande do Norte, ha un master in Comunicazione e Culture dei Media presso l'Universidade Federal da Paraíba e sta completando un dottorato in Studi Portoghesi presso l'Universidade NOVA de Lisboa (NOVA), città dove vive da sei anni. Borsista della Fundação para a Ciência e Tecnologia portoghese, è ricercatrice presso il Gruppo di Ricerca su Lettura e Forme di Scrittura del Centro de Humanidades della NOVA, nonché membro di gruppi di ricerca di università brasiliane e di associazioni accademiche e non accademiche portoghesi.
Antonino Condorelli, italiano che vive da oltre vent'anni a Natal, nel Nord-Est del Brasile, è laureato in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi di Siena, ha un master in Educazione e un dottorato in Scienze Sociali presso l'Universidade Federal do Rio Grande do Norte (UFRN ). È professore e ricercatore presso il Dipartimento di Comunicazione Sociale dell'UFRN, dove è membro del Grupo Galeano de Estudos e Pesquisas Latino-Americanas em Comunicação Social e fondatore del gruppo di studio Descolonizando a Comunicação – Descom.